Era il 1988 quando, dopo un lungo periodo di ricerca, la prima vendemmia consegnò alla Cantina le uve da macerare e fermentare, miscela equilibrata di vitigni sardi radicati da secoli tra i suoli calcarei delle colline e le sabbie del litorale, baciati dal sole e accarezzati dal vento, gonfio di mare: il Cannonau, che offre struttura e personalità, il Bovale, generoso nel dono del fruttato, il Carignano, depositario di eleganza, pienezza e rotondità e la Malvasia nera, che regala la capacità di maturare. Dopo la prima vendemmia il Turriga ha atteso il 1991 per rivelarsi agli intenditori. Invecchiato dentro barriques di rovere francese per 18-24 mesi e affinato in bottiglia per 12-14 mesi, conquistò plauso e riconoscimenti. «Sdoganò il vino rosso sardo agli occhi del pianeta», ha scritto diversi anni fa il giornalista Benedetto Ferrara su Repubblica. «Così la perfezione del Cannonau trovò una melodia nuova, resistente al tempo».
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